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Gli stili dello Snowboard

Lo snowboard è uno sport da neve di recente costituzione con stili differenti, nato sulla scia degli sport da tavola (board in lingua inglese) come surf e skateboard e “importato” in Italia non più di 15 anni fa. 

Si pratica su una tavola unica, generalmente costituita degli stessi materiali con cui sono fabbricati gli sci, sulle quali sono fissati in modo trasversale gli appositi attacchi a cui si fissano gli scarponi.

Esattamente come per il surf e lo skateboard da cui deriva, per molti (soprattutto negli USA) lo snowboard è inteso anche come stile di vita.

Questo si riflette anche nell’organizzazione a livello internazionale dello sport, che vede due organizzazioni contrapposte: la sezione snowboarding della FIS e la International Snowboard Federation (ISF). 

La seconda è più vecchia e raggruppa i “duri e puri”, che non intendono scendere a compromessi con quella che viene da loro percepita come la vecchia nomenclatura dello sci alpino.

Il CIO però riconosce solo la FIS, e solo atleti tesserati per federazioni riconosciute da questa possono partecipare alle Olimpiadi Invernali.

Proprio per questa ragione, molti professionisti rifiutano di partecipare ai Giochi per protesta contro le regole e la concezione dello snowboarding come disciplina olimpica.

Le tipologie di snowboard sono due: hard e soft

La prima, meno diffusa, si pratica con tavole piú strette, lunghe e rigide rispetto alla seconda, e con scarponi rigidi simili a quelli dello sci, ma con i tacchetti arrotondati per non toccare la neve con le estremità; le discipline praticate sono lo slalom parallelo e gigante, ed il boardercross, che può essere praticato anche con tavole soft.

Da questo tipo di snowboard sono derivati gli sci da carving.

La seconda tipologia di snowboard (soft) si pratica con tavole e attacchi piú morbidi, che permettono piú “giocabilità” e libertà di movimento: le tipologie di competizione rilevanti, in questo caso, sono il “freestyle“, diviso a sua volta in “halfpipe”, “big air” e “slopestyle”, e il “boardercross“. 

Il freestyle si pratica in apposite aree dei comprensori sciistici dette snowpark, composte di salti e ostacoli di varie tipologie e dimensioni.

Negli ultimi anni lo snowboard freestyle ha acquisito anche una dimensione piú urbana con l’ avvento degli street rails, mutuati dal mondo dello skateboard.Un discorso a parte va fatto per il “freeride“, la discesa in neve fresca, che si pratica con tutte e due le tipologie di tavola e a detta dei puristi rappresenta l’essenza dello snowboarding, in quanto mette piú a contatto con la natura e permette di raggiungere luoghi incontaminati lontano dalla folla dei “soliti” vacanzieri.

Essere bravi subacquei e la sensazione unica di essere immersi nel blu

Saper affrontare un’apnea impegnativa, nuotare per centinaia di metri, aiutare a salire su una barca un compagno in affanno, ma soprattutto saper riconoscere i propri limiti senza dubitare delle nostre forze o del nostro coraggio, sono qualità che debbono appartenere a qualsiasi subacqueo che voglia dare sicurezza al proprio compagno e al suo gruppo.

Ecco perché per praticare le immersioni anche semplicemente a livello amatoriale è tanto importante essere atleticamente in forma, praticando la giusta attività sportiva sia durante i periodi di immersione che nei mesi di inattività subacquea.

L’allenamento è valido a qualsiasi età, in quanto limita il degradamento della funzionalità dei vari apparati che viceversa l’inattività facilità. 

E’ comunque molto importante che l’allenamento sia costante; l’ottimo sono tre o quattro sedute alla settimana senza mai superare le quattro, al fine di concedere i tempi di recupero all’organismo.

Perché allenarsi fa bene a chi fa attività subacquea?

Il nostro organismo è costituito da due sistemi distinti per la distribuzione di sostanze nutritive e il recupero dei prodotti di scarto: il cuore, i suoi vasi, ed i polmoni.

Chi decide di fare anche un solo corso di sub impara quali sono le cause principali che scatenano la malattia da decompressione, e tutti i fenomeni correlati ad essa: il sangue come veicolo di trasporto dell’aria accumula l’eccesso di azoto nei vari tipi di tessuti che poi con la risalita in decompressione viene rilasciato lentamente. 

Ed è proprio con l’aumento della profondità – e quindi della pressione parziale dei gas – che aumenta il consumo di ossigeno da parte dei muscoli respiratori dovuto all’incremento della ventilazione.

Essere dei subacquei allenati, insomma, significa migliorare l’efficacia degli scambi gassosi, pertanto aver bisogno di minor ventilazione che un sedentario a parità di ossigeno consumato. 

Ciò dipende da una minore produzione di acido lattico durante la pinneggiata, all’adattamento allo sforzo fisico e all’autocontrollo, che limitano gli atti respiratori a quelli realmente necessari senza sprecare energie.

Infine, l’esercizio fisico rappresenta una valvola di sfogo in situazioni di stress legate alla vita frenetica di tutti i giorni. 

Ci si sente più positivi e attivi, un fenomeno legato ad un aspetto fisiologico ben preciso: infatti durante l’attività fisica prolungata aumenta la concentrazione ematica delle endorfine: ormoni ad azione euforizzante

Le antiche origini delle arti marziali

Le arti marziali hanno un’origine antica: appartengono ai guerrieri orientali e nascono per la necessità di difendersi.

Sono definite arti perché uniscono capacità fisiche e mentali contemporaneamente, e per questo motivo l’apprendimento della tecnica non è mai fine a se stesso: il percorso di formazione, oltre ad irrobustire il corpo, prevede momenti di meditazione spirituale che possa portare ad un pieno controllo delle proprie emozioni.

Queste arti furono trasmesse per intere generazioni solo oralmente, perché furono messe al bando dalla politica del tempo.

Per occultare questi insegnamenti i maestri crearono delle vere e proprie danze che nei loro movimenti armoniosi nascondevano autentici trattati sulle arti marziali.

Ogni stile di combattimento è il frutto dell’area geografica ove culturalmente si è sviluppato: dalla Cina conosciamo il Kung Fu (nei vari stili Shaolin, Wing Chun, Choy Li Fut), il Wu Shu, il Tai Chi Chuan e il Ch’i Gung (qi gong); provenienti dall’isola di Okinawa il Karate (stili Shorin-ryu e Goju-ryu) e il Kobudo; la Corea ci ha dato il Tae Kwon Do, il Tang Soo Do e la Hwarang Do; dal Giappone troviamo il Judo, il Jujitsu, l’Aikido, il Karate (stili Shotokan, Wado-ryu e Shito-ryu), il Ninjitsu e il Kendo; la Thailandia ha prodotto il Muay Thai, mentre le Filippine hanno codificato l’Escrima, l’Arnis e il Kali.

Sembra paradossale ma queste arti di combattimento portano al raggiungimento della pace interiore. In realtà questo si giustifica perché l’aggressività repressa che è dentro di noi viene sfogata attraverso il combattimento e aiutato dal controllo della mente per raggiungere l’autocontrollo.

Prima di entrare nel dettaglio delle varie discipline presentiamo una rapida classificazione.

Iniziamo con la divisione in due macrogruppi:

1. Stile marziale interno; dove l’insegnamento spirituale è predominante all’insegnamento tecnico. È basato sullo sviluppo del “Ki”, centro energetico situato sotto l’ombelico, dove si pensa si concentri l’energia del corpo.

Tra le arti marziali di questo tipo troviamo: Pakwa, Tai Chi e Hsing I.

2. Stile marziale esterno; basato sullo sviluppo della forza fisica e della potenza.

Tra le arti marziali più note di questa categoria troviamo: Kung fu e Wushu.

Un’altra classificazione, può essere quella che divide l’arte marziale in:

1. Armata; tra cui Wu-shu Kung fu, Kobudo ed Aikido.

2. Disarmata; tra cui Judo, Jujitsu e Karate

Un’altra classificazione viene fatta a partire dalle armi: quelle tradizionali, quelle del kobudo e quella del wu shu.

1. Armi tradizionali, quelle dei samurai, comprendono: Katana (sciabole), Naginata (tipo di alabarda con lama corta), Kyu (arco), Yari (lancia), Ho (bastone lungo), Jo (bastone corto).

2. Armi del Kobudo, rappresentano gli attrezzi del mondo contadino; tra cui: Ho (bastone lungo, con cui i contadini trasportavano i secchi d’acqua), Nunchaku (formato da due corti bastoni, uniti da una corda), Tonfa (due bastoni di 30 cm con all’estremità un piolo per l’impugnatura, questo era usato per piantare le patate), Kama (piccoli falcetti utilizzati in coppia), Kai (remo), Sai (spiedo).3. Armi del wu shu sono: Chien (spada dritta a due tagli), Dao (sciabola simile al machete), Chiang (lancia), Kwan dao (alabarda), kwun (bastone)

Evoluzione del Graffiti Writing in Europa

Il Writing, o i graffiti, se preferite, sono nati a New York, negli anni ‘60 e ‘70. 

Fino alla fine degli anni ‘80 non c’erano brand di spray appositi, con grandi scale colori e non c’erano neanche tappi specializzati. 

Per questo motivo, i writers si costruivano i tappi con getti particolari da soli, e in alcuni casi, soprattutto in America Latina hanno imparato a mischiare i colori da due bombolette spray, cosa che fanno ancora oggi.

Con il tempo, siamo arrivati ad avere più di 30 brand di spray in Europa, più una grande infinità di tappi differenti, anche con differenze minime.

Specifico in Europa, perché per esempio negli USA, CI SONO STATE LEGGI CHE HANNO IMPEDITO lo sviluppo di aziende di spray da graffiti, di conseguenza utilizzano tutt’ora brand europei importati, che chiaramente hanno un costo molto superiore all’Europa.

Negli anni ‘90, nascono i primi grandi brand di spray, in Spagna e Germania sopratutto, con delle scale colori immense rispetto a prima.

A Milano c’erano due negozi che vendevano spray da graffiti, uno a Cologno Monzese ed uno a Paderno Dugnano.

Tutti i writers di Milano, provincia e anche della Lombardia, inclusi nomi di artisti molto conosciuti dell’ambiente dei graffiti come HelloMarte, si recavano in queste due cartolerie per fornirsi, tutti nessuno escluso dovevano recarsi obbligatoriamente verso questi soli punti vendita d’Italia per aggiornarsi su nuove tecniche di pittura murale.

Il fatto che gli americani avessero scale colore da 24 spray, mentre in Europa ce ne erano da 80, ha fatto crescere più rapidamente il movimento in Europa.

Il fatto che gli spray in Europa costassero di meno, ha permesso ai writers di comprarne di più e di più colori.

Questo ha aiutato gli Europei a crescere tecnicamente e a raffinarsi, ad andare oltre.

Inoltre, come anche negli altri elementi dell’hip hop, anche nei graffiti i Newyorkesi, da inventori, si sono sentiti spesso in una posizione di privilegio, che negli anni gli ha fatto perdere il primo posto.

A differenza degli sport americani, dove sono stati e sono tutt’ora i migliori nel mondo, nella Breakdance i migliori oggi sono i coreani e i giapponesi, nella musica ci sono rapper fortissimi in tutto il mondo, nel Writing molti dei migliori oggi sono Europei o Australiani, mentre il livello medio degli Stati Uniti è di gran lunga il più basso.

Queste produzioni territoriali degli spray sono sicuramente una delle cause a questo cambiamento.

Nel Sud America invece ci sono diversi brand, che però hanno grande difficoltà ad uscire dal loro paese.

In Messico per esempio, hanno una buona produzione a prezzi contenuti, solo a Città del Messico ci sono 10000 writers.

Quindi il Messico è un grandissimo mercato.

In Brasile invece, il costo degli spray è più alto, anche se hanno produzioni proprie. 

Comunque in generale in America Latina, più dell’Africa, il prezzo degli spray europei è proibitivo. Valgono in media 3 ore di lavoro a salario normale, mentre in Europa sono mezz’ora di lavoro in media.

I tappi in Europa costano 20 o 39 centesimi, in America circa un dollaro.

Mezz’ora di lavoro in media.

Per questo motivo loro tendono a ripulire i tappi usati per riutilizzarli, mentre invece noi italiani li buttiamo!

Le discipline della Ginnastica Artistica ed i benefici

La ginnastica artistica è una tra le discipline più antiche nella storia delle Olimpiadi, sempre presente sin dal 1896.

Ciononostante, non si tratta di uno sport adatto a tutti: l’estrema versatilità ed agilità richiesta gli atleti in ogni fase della prestazione, infatti, richiede sia una forte predisposizione genetica alla mobilità articolare, sia una grande costanza e perseveranza negli allenamenti.

Proprio per questo, la pratica dell’attività deve essere intrapresa fin dalla più tenera età, nella fattispecie attorno ai 5-6 anni di età…

Moltissimi Comuni italiani, nel rispetto della limitatissima numerosità degli atleti che possono approcciarsi a questa disciplina, possiedono comunque varie scuole di ginnastica artistica: sia in città che in provincia.

Ecco qui sotto elencate le varie discipline olimpiche che costituiscono la globalità delle specialità racchiuse sotto il nome di ginnastica artistica:

  • Parallele (specialità solo maschile)
  • Parallele Asimmetriche
  • Anelli (specialità solo maschile)
  • Trave
  • Sbarra (specialità solo maschile)
  • Concorso generale individuale
  • Concorso generale a squadre
  • Cavallo con Maniglie (specialità solo maschile)
  • Corpo Libero
  • Volteggio
  • Ginnastica ritmica (specialità solo femminile)

La ginnastica artistica è un metodo sportivo per mantenersi in ottima forma fisica trasformandosi brevemente, in veri e propri atleti dalle capacità al limite dell’umano.

Sfrutta tutta la concentrazione psicologica, mentale e muscolare del corpo regalando al praticante, oltre che ad un’elasticità ed una muscolatura invidiabili, anche una gran disciplina ed equilibrio interiore.