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Un paio di facili e rapide Ricette da impasto

Quando parliamo di impasto, possono venirci in mente tante cose interessanti, tante ricette tipiche e non che rispecchiano nel loro complesso tutta la cultura e la storia dell’Italia.

L’impasto è ancor prima della pasta asciutta, un prodotto dalle origini millenarie, primo vero erede “da tavola” dopo la nascita della coltivazione del grano.

Focacce, pizze, pinze, schiacciate e molti altri alimenti ricavati dal semplice impasto di farina, nascono nella zona mediterranea da radici storiche che risalgono addirittura ad epoche mai pensate.

E’ vero, la pizza è a tutti gli effetti italiana, ma piatti unici prodotti in un modo apparentemente simile, risalgono addirittura a culture come quelle dell’Antica Grecia.

In questo articolo ispezioneremo un un paio di facili e rapide Ricette da impasto.

Buona lettura!

Ricetta per un’ottima Focaccia agli aromi

Preparazione degli ingredienti per la nostra focaccia agli aromi:

  • 700 g. farina.
  • 25 g. lievito birra.
  • 1 cucchiaio timo tritato.
  • 1 cucchiaio maggiorana tritata
  • ½ cucchiaio rosmarino tritato.
  • 2 rametti rosmarino.
  • 3 cucchiai d’olio.
  • 1 cucchiaio sale fino.
  • Acqua tiepida q.b.

Ricetta per Focaccia aromatizzata:

  • Sciogliete il lievito in un poco di acqua tiepida.
  • Mescolate alla farina il sale, il rosmarino tritato, la maggiorana e il timo.
  • Impastate la farina con il lievito e aggiungendo acqua fino ad ottenere un impasto liscio non appiccicoso, discretamente morbido.
  • Lasciate lievitare l’impasto per un’ora ricoperto con un panno bagnato.
  • Rilavorate l’impasto e lasciato lievitare per un’altra ora sempre coperto con un panno umido.
  • Ungete una teglia da forno con dell’olio e stendetevi l’impasto.
  • Ricoprite la superficie con l’olio e con il rosmarino.
  • Lasciate lievitare l’impasto nella teglia per un quarto d’ora, nel frattempo scaldate il forno a 200°.
  • Infornate per venti minuti a 200°.

Prima di passare direttamente alla seconda proposta di ricetta, rammentiamo quanti buonissimi piatti italiani (e non) esistono grazie all’impasto nato dalla semplice unione di acqua, farina e sale, tra i più noti ricordiamo:

il pane, la focaccia, la pasta cresciuta, le zeppole, i churros, gli strudel, crackers, schiacciatine, pinza, pizza, panzerotti, pizza fritta, pizza dolce, tutti i tipi di pasta e molto altro ancora.

Se gradite particolarmente la pizza e siete di Milano, è bene ricordare pizzerie come la Pizzeria ‘A Tarantella e la sua conduzione famigliare, tra le migliori della zona Meneghina.

Avete fatto la vostra buonissima focaccia?

Molto bene, ora passiamo alla seconda ricetta:

Ricetta per piadina senza strutto

Di seguito tutto l’occorrente per preparare un’ottima piada senza l’aggiunta dello strutto (che fa male, anche se è tanto buono).

Ingredienti per piadina:

  • 1 Kg. farina.
  • ½ bicchiere d’olio extravergine d’oliva.
  • 1 bicchiere di latte tiepido.
  • ½ bustina lievito per torte salate.
  • 30 g. sale.
  • Acqua tiepida q.b.

Ricetta della piadina senza strutto:

  • Mescolate il lievito e il sale alla farina e impastatela con l’olio e il latte.
  • Incorporate all’impasto sufficiente acqua tiepida per renderlo omogeneo ma non troppo morbido.
  • Dividete l’impasto in palline della grandezza di un pugno.
  • Ricavate dall’impasto dei cerchi di sfoglia della circonferenza di circa 20-25 cm spessi un paio di millimetri.
  • Scaldate il testo (tegame in ferro o coccio per la cottura della piada) che dovrà essere rovente.
  • Cuocete una piadina per volta girandola appena prende colore con un coltello dalla lama sottile e lunga e punzecchiandola con una forchetta dove forma le bolle d’aria.
  • Può essere conservata  per un paio di giorni e riscaldata brevemente prima di essere consumata se diventasse dura.
  • Se non avete un testo a disposizione per la cottura consiglio l’uso di un tegame per crêpe riducendo la dimensione delle piadine e avendo cura di mantenere il fuoco sempre alto.

Teramo la cittadina millenaria e dalla cucina invidiabile

Immersa nel verde delle colline che la circondano, sullo sfondo del Gran Sasso e dei monti della Laga, racchiude in sé tutto ciò che un visitatore ricerca in una città d’arte:

Le case rurali, le chiese in stile romanico, i vigneti e le querce secolari fanno da sfondo ad una città che va scoperta pian piano, tra le arcate di silenziosi chiostri, il martello degli artigiani, gli odori di una cucina tipica e genuina. 

La città, dal clima tipicamente mediterraneo, conta circa 52.000 abitanti ed è situata a 264 m di altezza e dista 30 km dalla costa adriatica.

Per una visita alla città di Teramo consigliamo di visitare vivamente la “Cattedrale”, datata XII secolo e contraddistinta dal tipico stile medievale, indica inoltre uno dei periodi maggiormente fiorenti della città. 

Altro luogo estremamente importante è il sito archeologico dell’Anfiteatro, ed il museo archeologico, risalenti entrambi all’impero Romano.

Adornano il tutto molte chiese importanti come quella “di San Domenico” del XIV secolo ricca di enormi affreschi; la storica “Cattedrale di Sant’Anna”; il bellissimo “Santuario della Madonna delle Grazie”. 

Da non perdere anche se meno impattante la “Pinacoteca”, il “Palazzo Delfico” e l’altrettanto antico“Palazzo Vescovile”.

Teramo è anche ottima meta per i buongustai, la gastronomia locale è sorprendentemente ricca e varia e trae da antichissime tradizioni contadine i suoi inconfondibili profumi e sapori.

Un rito che si ripete nelle case e nei ristoranti locali sono le “Virtù”, antichissima tradizione che si ripete all’arrivo della primavera, ogni primo maggio, molto laboriosa per i numerosi ingredienti (fave, piselli, lenticchie, ceci, fagioli, indivia, carciofi, spinaci, cicoria, bietole, cime di rapa, sedano, zucchine, aglio, cipolla, prosciutto, cotenna, orecchio e piedini di maiale e cotiche) che cotti e amalgamati formano il ripieno dei tortellini di pasta fresca.

Altro piatto principe sono i “Maccheroni alla chitarra”: sorta di spaghetti quadrati ottenuti con uno speciale attrezzo e conditi con sugo ricco di carne sotto forma di “pallottine”. 

Elemento caratterizzante sono anche le “scrippelle mbusse”: timballo ripieno di formaggio in brodo, ed anche il “timballo di scrippelle” con il sugo al posto del brodo.

Altro rito culinario del teramano è la “zuppa di ceci funghi e castagne”. 

E ancora la “ndocca ndocca”, un  classico piatto ma molto povero dei contadini, all’interno del quale si utilizza tutto del maiale, soprattutto quelle bestie che non possono per vari fattori diventare prosciutti o salumi.

Infine i “caggionetti”, un dolce molto tipico dalle strane sembianze raviolesche: una sfoglia leggerissima che racchiude amorevolmente un ripieno di castagne, accompagnate quasi sempre dai classici: cioccolata, mandorle, cedri canditi, scorza di limone, rhum e cannella.

Sulle colline teramane si coltivano i tipici vitigni abruzzesi: il “Montepulciano d’Abruzzo” rosso o cerasuolo ed il “Trebbiano d’Abruzzo” bianco; il “Montepulciano d’Abruzzo Coline Teramane DOCG” è considerato uno dei migliori vini della penisola.